Da un male si deve far nascere un bene ancora più grande. Questa filosofia, con la sua semplicità e con il suo ottimismo di fondo, mi ha sempre accompagnato in tutte le vicende della vita, e così è stato anche dopo l'aggressione che ho subito in piazza Duomo il 13 dicembre. Il dolore, non solo fisico, è stato grande. Il rischio che ho corso, anche. Come ho detto scherzando qualche giorno dopo essere uscito dall'ospedale, penso di essere stato fortunato, perché avrei potuto passare Natale sottoterra: con la neve e il gelo che c'erano a Milano in quei giorni non sarebbe stato certo piacevole.
Tuttavia da quel male è nato un bene. Lo dico per me, e spero che possa valere per tutti. Da quella sera sono stato fatto oggetto di un'attenzione e di un affetto che hanno dell'incredibile. Basti pensare che nei primi due giorni dopo l'aggressione ho ricevuto più di 50.000 messaggi via internet, centinaia di fax e di mazzi di fiori. Mi hanno telefonato tutti i leader dei Paesi amici. E c'è stato un pellegrinaggio continuo prima in ospedale e poi ad Arcore: familiari, amici ma anche tante persone che volevano manifestarmi vicinanza e affetto. Nelle occasioni di incontro pubblico che ho avuto da allora, mi sono sempre sentito circondato da un grande affetto.
Come segno di riconoscenza, ho deciso di raccogliere in questo libro una selezione dei tanti messaggi di sostegno e di incoraggiamento che mi sono giunti. È la testimonianza pubblica di quell'Italia che sa amare e che non vuole che lo scontro politico degeneri nella violenza verbale o peggio ancora fisica. Leggerli mi ha fatto bene e spero sia per tutti motivo di speranza e fonte di positività.