Nell'"Angelo della finestra d'Occidente" Meyrink inscena la biografia di un alchimista realmente vissuto - quel John Dee che fu matematico e cultore di discipline ermetiche, magiche e astrologiche sotto il segno di Elisabetta I d'Inghilterra -, ma in modo da evocare gli stadi di un vero e proprio processo alchemico in cui morte e rinascita sono momenti progressivi per accedere all'autentica conoscenza. Il romanzo è apparso per la prima volta nel 1927.
"L'Angelo della finestra d'Occidente", opera della maturità di Gustav Meyrink (ma la paternità meyrinkiana del testo è da taluni contestata), è un tentativo di rendere in forma romanzata la vita di un uomo eccezionale. John Dee, astrologo alla corte di Elisabetta I, matematico, geografo, esploratore ed esoterista di rango, visse a cavallo tra XVI e XVII secolo: epoca se non aurea per gli alchimisti, di certo simbolicamente rapportabile a metalli altrettanto nobili. Meyrink narra del rapporto conflittuale, spesso esasperante ed esasperato, con Edward Kelley, medium negli esperimenti evocatori del Dee e (nel romanzo) truffatore patentato, mosso da finalità tutt'altro che elevate e spirituali a condividere l'esperienza occulta di Dee. Centrale nel romanzo, come in gran parte della produzione di Meyrink, il ruolo della donna, generalmente "bipartito": ora entità mediatrice verso il Bene, ora verso il Male, la donna è, per l'autore austriaco, la chiave (o una delle chiavi) per accedere al trascendente mediante la celebrazione delle rosacruciane nozze alchemiche, ponendosi come personificazione dellelemento femminile che loccultista ha il dovere di integrare al fine di conseguire lunità sub specie di androginazione. Nelle opere di Meyrink, e non solo ne "L'Angelo della Finestra d'Occidente", è adombrata una impostazione quasi tantrica, imperniata su una visione del mago come colui che non può prescindere dall'assunzione e sublimazione dell'elemento femminile in sé, al fine di conseguire l'unità con il principio maschile nell'ottica del Rebis ermetico. Romanzo molto bello, non il migliore della produzione meyrinkiana, ma di indubbio impatto e ricco di allusioni alla dimensione simbolica ed esoterica, che l'autore ben conosceva per esperienza personale.
drzava - 22/05/2013 18:37