15 aprile 1452. In un piccolo borgo fuori Firenze nasce il figlio illegittimo di Ser Piero da Vinci: Leonardo. Figlio dello stupro di una giovane contadina, non viene riconosciuto dal padre, ma cresce con i nonni e lo zio paterni. Leonardo è un bambino precoce, curioso e geniale. Appena adolescente diventa allievo di bottega di Andrea del Verrocchio, il più grande esperto di arte fusoria della splendente Repubblica fiorentina. Ed è qui che la sua vita e la sua arte si intrecciano e diventano parte della politica e delle lotte di potere tra Firenze e Roma, tra i Medici, i Della Rovere e i Borgia. E mentre nelle botteghe si creano i più grandi capolavori del Rinascimento e nel contempo si studiano armi innovative in grado di contrastare l'invasione turca, ai mecenati diventa sempre più chiaro il potere di propaganda nascosto nelle opere d'arte. Fra loro non ci sono solo uomini, ma anche donne straordinarie che, non più relegate nella spiritualità medievale, diventano protagoniste. Consapevoli del loro potere seduttivo, profondamente intelligenti e colte, Giulia Farnese, Isabella d'Este e Lucrezia Borgia travalicano i limiti del ruolo in cui erano state costrette per imporsi sulla scena politica e intellettuale del secolo. Fra delitti, ambizioni feroci, complotti efferati e passioni proibite, Il cavallo di bronzo, primo capitolo della trilogia Il secolo dei giganti, ci trasporta nelle botteghe degli artisti, nelle alcove dei potenti e svela i segreti delle più indimenticabili opere d'arte.
La nostra recensione
Firenze, 1478. All’indomani del fallito attentato alla vita di Lorenzo de’ Medici da parte della famiglia dei Pazzi, dalle finestre del palazzo del Bargello pendono i cadaveri di cinquanta congiurati. Tra la folla, un giovane pittore schizza a carboncino su un foglio le sagome degli impiccati. Al collega che gli chiede in quale dipinto penserà mai di inserire il macabro ricordo della spietata repressione ordinata dal Magnifico, risponde: “Non si disegna solo per dipingere quadri. Si disegna anche per capire meglio ciò che ci sta intorno”. Parole che racchiudono come una gemma la curiosità di Leonardo da Vinci, spinto da un’inesauribile sete di conoscenza a porsi in ascolto del linguaggio della natura in qualunque manifestazione: dal volo di un airone sopra un greto ghiacciato alle infinite espressioni con cui da un viso traspaiono i mutevoli moti dell’animo. Alla vigilia delle celebrazioni dell’anniversario vinciano nel 2019, Antonio Forcellino, tra i maggiori storici d’arte e restauratori europei, fa del geniale pittore e inventore il protagonista de Il cavallo di bronzo, primo capitolo della trilogia Il secolo dei giganti. Combinando la vasta conoscenza dello studioso, il respiro ampio del narratore di talento e lo sguardo attento di chi sa cogliere un indizio dietro ogni pennellata, colata di bronzo o colpo di scalpello, Forcellino ci accompagna sulle orme di Leonardo. Racconta la sua nascita in seguito allo stupro di una contadina, l’infanzia da illegittimo nel borgo di Vinci a casa dei nonni paterni, l’adolescenza presso la bottega fiorentina di Andrea del Verrocchio, dove attira l’interesse dei committenti attraverso tavole che sembrano dipinte “con l’aria più che con il colore”. Da quel momento, la vita e i capolavori di Leonardo si intrecciano alle lotte di potere tra le dinastie che si giocano le sorti degli stati italiani: una scacchiera le cui pedine sono manovrate non più solo da uomini, ma anche da donne colte e spregiudicate come Giulia Farnese, Isabella d’Este e Lucrezia Borgia. Un racconto costellato di intrighi e delitti, ambizioni divoranti e passioni proibite, capace di rendere con travolgente immediatezza l’epoca più sublime della storia italiana.