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Il volume, un vero e proprio focus sul cinema di Jane Campion, prende in analisi l'intera filmografia della cineasta neozelandese autrice antipodean di ordalie esistenziali, sensibile agli aspetti formali del racconto filmico e dotata di un acuto sguardo antropologico. Il libro ricostruisce l'avventura cinematografica della regista neozelandese - dal background formativo (gli studi di antropologia, belle arti e cinema) alle molteplici influenze formali, culturali ed esperienziali rintracciabili nelle sue opere (letteratura, arti visive, fotografia, musica, fino al cinema stesso) -, ripercorrendo cronologicamente la sua opera e convocando per l'interpretazione le metodologie ermeneutiche elaborate sia dagli studi cinematografici (analisi testuale, semiotica, teorie femministe e di genere) sia da quelli culturalisti, letterari, postcoloniali e dell'antropologia visiva. Jane Campion esplora la relazione tra arte e vita indagando la qualità femminile nell'esperire il mondo, alla luce di una prospettiva anti-ideologica che delinea un immaginario femminile ribelle e autenticamente "altro". Alterità esibita in una visione tatti le delle cose e dei personaggi, seguiti nella loro vocazione nomadico-esperienziale, nella loro condizione di sradicamento e di esilio emozionale che sprigiona un'eversiva forza vitalistica.