In questo saggio allegro e documentato, William Alexander indaga come il pomodoro sia passato da essere ignorato e disprezzato fino a diventare straordinariamente popolare in tutto il mondo. I primi a farne menzione furono i conquistadores spagnoli che lo scoprirono demolendo la civiltà azteca e lo portarono in Europa. Quando il pomodoro prese a circolare in Italia, risultava talmente strano che la gente non capiva nemmeno che parte se ne dovesse mangiare. Ci furono esperti gourmand che lo dichiararono non commestibile dopo averne masticato attentamente le foglie. Fu addirittura giudicato velenoso da molti perché imparentato con la belladonna, ed è stato così ignorato per secoli. Quando, sempre in Italia, il consumo di pomodori ebbe finalmente inizio, a provarli furono soprattutto personaggi facoltosi e potenti, in cerca di degustazioni esotiche, come i gastronomi curiosi e avventurosi che, trovandosi in Giappone, non tralasciano di cimentarsi col fugu, il leggendario pesce palla potenzialmente letale della cucina nipponica. Alexander ci mostra come il pomodoro si sia trasformato, nel corso dei secoli, nell'utilizzo e nella percezione: da cibo raro a merce industriale. Quando la sua coltivazione esplose, negli Stati Uniti, venne inventato il ketchup come modo per utilizzare gli scarti lasciati dopo l'inscatolamento... Supportato da una ricerca storica e botanica accurata, una scrittura chiara e divulgativa e tempi comici ben calibrati, William Alexander intreccia viaggi, leggende, umorismo, avventure (ma anche disavventure) per seguire la scia del pomodoro attraverso la storia. Un racconto rocambolesco ed epico in cui non mancano eroi, artisti, conquistatori e mafiosi. Una guida appetitosa sull'alimento che strega il nostro palato da sempre.