Edvard Munch intitola Storia un suo quadro del 1911 che rappresenta un anziano seduto allombra di un albero e intento a conversare con un bambino. La storia è infatti un racconto: la più semplice e immediata delle forme di comunicazione e condivisione. Perché la narrazione storica sia efficace, occorre che non perda la natura affabulatoria del discorso orale, che non si frantumi in un pulviscolo di piccole monografie analitiche ma conservi una forte unità e linearità. Le forme della memoria ambisce a restituire alla storia questa natura discorsiva: in una parola, il piacere della narrazione. Ciò si realizza non in contrasto, ma attraverso una varietà di approcci, competenze e conoscenze differenti: multidisciplinarità, strumenti digitali, metodi didattici alternativi e complementari, occasioni di lavoro e di verifica non solo tradizionali ma anche creative.