Irriverente e profondo, caustico e documentale, misurato e godibilissimo, il ritratto di Ernest Hemingway delineato da Anthony Burgess in questa appassionata biografia mette lo scrittore a confronto con l'uomo. Se però, mezzo secolo dopo la morte di Hemingway, l'impareggiabile stile delle sue pagine (alcune delle più intense del Novecento, grazie alle quali l'autore di "Per chi suona la campana" e "Il vecchio e il mare" vinse il Nobel per la letteratura) resta ancora limpido e vivo per contro il mito del macho, del cacciatore di belve feroci e del gran bevitore - che lo stesso Hemingway cercò di imporre accanto alla sua figura letteraria - è molto più opaco e rischia anzi di offuscare l'immagine dello scrittore. Del resto, come afferma Burgess in questo libro, "per impegnarsi nella letteratura, bisogna prima impegnarsi nella vita".