Per fare innovazione bisogna essere disposti a disubbidire alle regole, non per un indeterminato piacere in sé, ma semplicemente perché non servono più: ci incatenano l'immaginazione e la creatività, ci chiudono dentro il pensiero autoreferenziale del già noto e del "si è sempre fatto così", ci sottraggono alla vista i possibili orizzonti. Dobbiamo allora mettere in campo innovazioni a somma positiva (per il business, per la società, per il pianeta), in grado, in definitiva, da una parte di non distruggere quello che c'è e funziona (quindi non intestardirsi stupidamente sul mood del momento: disrupt or die) e di sbloccare quello che c'è ma nessuno vede o sa come valorizzare, perché ancorato alle vecchie regole del gioco; dall'altra di spalancare le finestre, osservando gli orizzonti per vedere e creare quello che ancora non esiste. Possiamo uscire dal presente, che spesso condanna a vedere le cose in un'ottica incupita, basata sulla scarsità di opportunità, mentre dobbiamo prendere consapevolezza che i possibili futuri sono gravidi di potenzialità. Ma dobbiamo avere il coraggio di disubbidire!