La scrittura di libri di famiglia e di ricordi non fu molto praticata nella Lombardia del tardo medioevo-prima età moderna, e ciò che ne è rimasto non si può paragonare alla straordinaria ricchezza del genere diaristico rilevabile a Firenze e altre città dell'Italia centrale. Questo testo, scritto da un rispettabile giurista milanese del XV secolo, rappresenta un'eccezione alla regola, dando spazio a riflessioni sulla famiglia, le reti di relazioni, l'esercizio della professione e delle varie importanti cariche rivestite in ambiti municipali e ducali.