Anguilla non ha altra famiglia se non le colline delle Langhe: ed è qui, infatti, che decide di tornare dopo aver vissuto tanto tempo lontano, prima a Genova e poi in America. Tutto sembra rimasto uguale a come era: le vigne, la palazzina del Nido, il Belbo che scorre tra le canne. Quello che è cambiato irrimediabilmente, però, è che Anguilla adesso ha quarant'anni, non è più il bambino orfano di allora, e sulla Gaminella, la collina che lo ha visto crescere, ora vive Cinto, un ragazzino che cammina male ed è tutto ossa, ma non si perde una parola di quell'uomo arrivato da lontano. Conversando con Nuto - l'amico di sempre secondo il quale «per farcela a vivere in questa valle non bisogna mai uscirne» - Anguilla ripercorre i propri ricordi delle Langhe e dell'America, ma anche tutto ciò che le colline hanno visto accadere mentre lui non c'era: la guerra mondiale, la lotta partigiana, il lento abbandono della vita contadina.
Favolosamente sospeso tra passato e presente, La luna e i falò ci parla con la voce senza tempo di un grande classico del Novecento.