"Dedico queste pagine a quelli che, come me, considerano l'alpinismo un gioco incontaminato" scrive Mummery presentando il racconto di un quindicennio di avventure sulle Alpi e nel Caucaso. Quando uscì a Londra, nel 1895, il libro destò impressioni perché nessuno aveva mai compiuto scalate tante audaci nel gruppo del Monte Bianco, sul Cervino, sulle cime del Vallese, ma soprattutto nessuno aveva mai osato farlo senza l'aiuto di guide. Pochi mesi dopo, Mummery scomparve in Himalaya in un tentativo al Nanga Parbat troppo prematuro, e tutti pensarono a una fine annunciata. Nel primo Novecento, invece, divenne chiaro che quelle idee non erano follia, ma l'essenza dell'alpinismo moderno, e il libro di Mummery ne diventò il testo fondamentale.
Consigliato agli appassionati, meno adatto per gli amanti del genere avventura. I racconti delle scalate sono dettagliati ma talvolta si assomigliano molto e possono annoiare.
Senza nulla togliere al valore del'alpinista.
Andrea Diani - 08/05/2002 23:04