La permanente relazione con Dio non lascia immodificato il discepolo. Il rimanere non è sterile, ma porta frutti. Il rimanere con Lui provoca non solo la conoscenza, ma anche la trasformazione della persona: «Lui in me, io in Lui». È la trasformazione del discepolo, che non è più solo discepolo, ma entra in una relazione d'amicizia, una relazione sponsale... In definitiva, il rimanere ci fa capire il senso dell'attesa: «l'amore atteso, l'attesa dell'Amato».