Demogorgone è il misterioso personaggio, celato nelle profondità della terra, che Boccaccio, nel suo trattato sulla mitologia classica, pone come capostipite degli antichi dèi. Questa figura, che assolutamente non appartiene al pantheon greco-romano, come già mise in evidenza la filologia umanistica, è però rimasta presente, attraverso numerose metamorfosi, negli ambiti più diversi della cultura non solo italiana ma anche di altri paesi. Fino ai nostri giorni. Effetto del prestigio che ebbero in tutta Europa, per almeno due secoli, le "Genealogie deorum gentilium" di Boccaccio, o della suggestione esercitata da quel nome che sembra avergli conferito una fantastica consistenza che ne va oltre? Così, troviamo Demogorgone in qualche pagina di dotti umanisti, nei "mystères" francesi, nei poemi cavallereschi italiani e spagnoli, nel teatro e nella poesia elisabettiana, nell'alchimia, nella poesia romantica, in qualche autore del Novecento e, oggi, nei risvolti oscuri della "cultura" new age. Partendo dal trattato di Boccaccio, questo saggio studia la genesi del "mito" nei secoli della tarda antichità, tra gnosticismo e filosofia neoplatonica, nonché i testi nei quali compare prima che nelle "Genealogie deorum", e seguendolo poi nelle numerose epifanie che lo hanno fatto arrivare fino a noi. Un'appassionante avventura lungo sentieri poco frequentati, dove cresce l'erba.