Nel secondo e ultimo volume dei suoi racconti horror (arricchito, come il primo, da frammenti, poesie e testi inediti), sono presenti tutti i motivi della narrativa howardiana: il folklore preistorico e gli eroi del passato come Kull e Bran Mak Morn, creature che abitano sotto le tombe e maledizioni indiane, spettri che combattono una guerra infinita dai tempi di Atlantide e stregoni moderni... Per non parlare delle mostruosità senza volto o dagli zoccoli smisurati riportate fra noi dalle formule di grimori favolosi come il Necronomicon e i Culti innominabili. Insieme a tutto questo, Robert E. Howard ci fa respirare il profumo del Texas, della Louisiana, del Sud ricco di tradizioni. Un mondo in cui era radicato corpo e anima e che ha esplorato tutta la vita come scrittore, fino a quando l'ultimo incubo non ha avuto ragione di lui.