Può un naso emanciparsi dal corpo di appartenenza e, affrancandosene, dileguarsi in punta di narici? Può, se il naso si fa iperbolica proiezione dell'ego del suo proprietario. Come nel racconto "Il naso" dello scrittore Nikolaj Gogol¿, geniale maestro del realismo fantastico, dove l'apparato olfattivo si protrude a espediente retorico di secernente satira sociale, sul volto di un perturbato ed estraniato personaggio che, nella cartilaginosa escrescenza, reifica l'ipertrofico prolungamento del proprio vacuo narcisismo. Il testo è proposto in un'edizione speciale su grande formato e ad alta leggibilità.