Nella Venezia del 1500, curiosa raffinata internazionale intellettuale, ad opera di Giovan Battista Ramusio, un diplomatico, geografo e umanista della Repubblica di Venezia, viene pubblicato il primo, monumentale, trattato di geografia dell'età moderna. Cresciuto nel contesto culturale veneziano insieme a Pietro Pomponazzi, Aldo Manuzio, Pietro Bembo, Girolamo Fracastoro, Ramusio dà alle stampe l'opera che racchiude gran parte del sapere geografico, culturale e antropologico dell'epoca. Riunisce più di cinquanta memoriali di viaggi e di esplorazioni dall'antichità classica fino al XV secolo, da Marco Polo a Vespucci, alle grandi esplorazioni africane. Pubblica i resoconti dei viaggi di Cortes e di Pizarro nell'America del sud. Prende contatti con Sebastiano Caboto e, dopo averlo convinto a mettersi al servizio della Serenissima, ne pubblica i libri di viaggio. Le sue amicizie diplomatiche lo mettono in contatto con l'eploratore bretone Cartier che compie diversi viaggi nella "Nuova Francia" e viene affascinato dai viaggi nell'America settentrionale. Ramusio è testimone di un'epoca che si apre ai nuovi mondi, che li vuole conoscere e che ne apprezzerà sempre più le particolarità.
Nel terzo volume troviamo un interessante resoconto dei viaggi di Marco Polo; notizie arrivate dal vicino Oriente e dalla Persia; i primi racconti dei viaggi in Russia e nella Moscovia.