L'Albania, occupata nell'aprile del 1939 dall'Italia, nell'ottobre del 1940 fu la base di partenza per l'invasione della Grecia. Dopo la resa degli ellenici nell'aprile del 1941, i territori occupati dall'Asse furono in gran parte presidiati dalle truppe italiane. L'autore racconta le vicende dei soldati della divisione "Firenze", sorpresi in terra straniera dall'armistizio dell'8 settembre 1943. Abbandonati senza ordini, ignorati da vertici inetti, e alla mercé dell'ex alleato tradito, i componenti dell'unità cercarono di sopravvivere in luoghi impervi e ostili. I fatti tragici vengono esaminati e descritti con passione da un testimone, un giovane ufficiale subalterno che racconta la vita del suo reparto, i rapporti con i colleghi e i soldati, i problemi organizzativi della vita di presidio. Dai ricordi scaturisce un'analisi critica attraverso la quale il fascismo non è individuato come il solo artefice della disfatta materiale e morale di una guerra perduta prima di essere iniziata.