Ne "I principi etici alla base dell'educazione" John Dewey tenta di dimostrare come l'etica della scuola debba basarsi su una fede genuina nell'esistenza di principi morali concreti che guidino l'azione educativa e che siano allineati a quelli della società più ampia. Il filosofo sostiene, infatti, che se è vero che la condotta è una sola, sia al di fuori sia all'interno della scuola, allora anche l'etica deve essere considerata in maniera unitaria. Essa viene analizzata secondo due punti di vista: quello sociale e quello psicologico. Mentre il sociale secondo Dewey rappresenta l'oggetto della condotta morale (fini), lo psicologico ne rappresenta le modalità (mezzi). La scuola, dunque, dovrebbe adattarsi a una pedagogia che tenga in considerazione sia le dinamiche sociali sia quelle psicologiche per poter promuovere un'azione educativa realmente efficace e fondata. In definitiva, il filosofo argomenta che soltanto spostando la riflessione etica all'interno della pedagogia è possibile arrivare a promuovere un'azione educativa di qualità, in grado di formare alla cittadinanza democratica e allo stesso tempo attenta allo sviluppo individuale di ciascuno.