I saggi raccolti in questo volume mirano ad approfondire e a chiarire la complessità dei fenomeni migratori attraverso un ripensamento critico delle nostre narrazioni sulla migrazione, delle nostre modalità di trattare la differenza culturale e una messa a fuoco degli scenari sociali, politici ed economici in cui le vite di milioni di persone migranti prendono forma. Questo ripensamento si impone per almeno due ordini di ragioni: la prima riguarda l'attribuzione di senso e la possibilità di realizzare una diagnosi non "fallace" del disagio psichico, in quanto per comprendere le sofferenze e le sintomatologie di chi emigra è necessario analizzare in modo rigoroso gli scenari economico-sociali entro i quali si strutturano e ai quali spesso rappresentano una reazione, sebbene soggettivamente mediata; la seconda è una ragione epistemologica, che riguarda la nostra relazione con l'alterità e, in particolare, il ruolo che attribuiamo alle teorie e ai concetti di altre culture (concezioni dei legami sociali, dell'identità, dei ruoli genitoriali, del corpo, della malattia e della sua cura). Quale statuto attribuiamo agli spiriti dell'acqua, ai rituali di possessione, al vudù? Quanto siamo disposti ad "assumerli per intero" e a considerarli veri e propri dispositivi teorici per pensare la realtà? O quanto, al contrario, tendiamo a trattarli come credenze che devono essere superate e dissolte una volta entrate a contatto con le nostre categorie culturali? (Dalla Presentazione del ciclo di seminari).