«Non è facile guardare il mondo, di questi tempi; tanto più nell'attuale cambiamento d'epoca, come lo chiama da anni papa Francesco. La barbarie diffusa nasconde fino a soffocare quel poco o tanto di bello e positivo che pure esiste, ma che fa fatica a emergere. Ecco perché, di regola, ci accontentiamo di vedere quanto sta succedendo, senza parteciparvi e fino ad augurarci semplicemente che tutto finisca, il prima possibile». Stefano Zecchi, definito da Brunetto Salvarani nella sua prefazione un "rabdomante della memoria", non ci sta e i dialoghi raccolti in questo libro lo dimostrano. Con uno sguardo vasto e appassionato, l'autore ambisce a qualcosa d'altro, non solo per sé ma per tutti. Le interviste qui raccolte - pur intrise di attualità - ci aiutano a evitare il rischio di una memoria puramente enfatica e innocua. Vi è il coraggio, non il culto della memoria. Di coraggio e impegno sono testimoni i protagonisti intervistati da Zecchi, animatori della Chiesa, della spiritualità più largamente intesa, del volontariato, della politica, della cultura, dell'informazione. Come in un ventaglio ci raccontano le "ragioni del cielo" di cui sono impastate le speranze e le utopie della "nostra storia". Si coglie lungo tutto il libro, come afferma Mariano Borgognoni nella postfazione, «la passione del fare cose buone e la ricerca di percorsi nuovi capaci di dare risposte efficaci al desiderio, comunque presente, di giustizia e di prossimità». Il libro raccoglie in forma di intervista le speranze e le utopie di: Alessandro Barban, Antonella Lumini, Alfredo Jacopozzi, Guidalberto Bormolini, Christian Carlassare, Luca Casarini, Pierluigi Castagnetti, Vannino Chiti, Adele Corradi, Erri De Luca, Don Mattia Ferrari, Corrado Formigli, Sandra Gesualdi, Bernardo Gianni, Vito Mancuso, Luciano Manicardi, Tomaso Montanari, Ileana Montini, Moni Ovadia, Paolo Ricca, Nello Scavo. Matteo Zuppi.