Anno 878. L'esercito di Alfredo il Grande ha da poco sconfitto l'armata danese, e il Wessex è di nuovo un regno libero. Uthred di Bebbanburg, guerriero senza terra, ha contribuito più di tutti alla vittoria, ma odia a tal punto il sovrano che decide di abbandonarlo per reclamare il trono cui ha diritto, e soprattutto per vendicare l'assassinio di Ragnar, suo padre adottivo. Un'avventura che pare condannata a un sanguinoso fallimento: Kjartan il Crudele, autore di quel barbaro delitto, è asserragliato all'interno delle mura di Dunholm, una fortezza inespugnabile, dove tiene prigioniera Thyra, la figlia di Ragnar. Dalla sua Uthred ha ben pochi amici: la fedele spada, che in passato l'ha reso un guerriero degno di quel nome, e la fidata Hild, una monaca sassone che ha salvato dall'infamia. Finché il caso non gli fa incontrare un manipolo di uomini, comandati da un giovane schiavo autoproclamatosi re di Northumbria...
Bernard Cornwell nasce a Londra il 23 febbraio 1944 ed è stato uno scrittore di programmi televisivi di successo della BBC poi passato alla letteratura, divenendo uno dei più grandi produttori di romanzi storici e di avventura.
Il padre di Cornwell era un pilota dell'aeronautica canadese mentre la madre era un membro della Women's Auxiliary Air Force. Fu adottato dalla famiglia Wiggins ma dopo la morte del padre adottivo decise di riprendere il cognome della propria madre naturale: Cornwell. È riuscito a incontrare il padre naturale solamente nel
Cornwell è inarrestabile, ogni volta ricrea delle realtà perdute in cui si muovono protagonisti deccezione.
Visto largomento e il luogo trattato, questo è uno dei romanzi in cui lavora maggiormente con la fantasia, per quanto riguarda la trama, ma lambientazione è reale almeno quanto intensa. LInghilterra medievale, la Terra degli Angli stretta tra il mondo cristiano e lentusiasmante furia danese, tra città, fortezze e rovine romane, tra battaglie, duelli e stragi, emerge in modo straordinario.
Come libro non mi ha intrigato quanto i primi due, soprattutto allinizio, ma poi si è rivelato una lettura di qualità, in cui non mancano di certo momenti intensi, cupi, perfino drammatici, e diversi colpi di scena. Non ne ero sicuro, però ho voluto dargli il voto massimo.
Seguire la storia e lo sviluppo della figura di Uhtred, la sua esistenza colma di glorie e ingiustizie, vittorie e disgrazie, ambizioni e scontri, è una delizia. Le sue gesta, perfino le più ardite, mi sembrano assolutamente reali, notevoli ma tuttaltro che impossibili.
I fili del suo destino qui sintrecciano con quelli di molti nuovi personaggi, tutti capaci di lasciare il segno (io sono particolarmente affascinato dal guerriero irlandese Finan).
Lunico aspetto della figura di Uhtred che proprio non capisco è il suo atteggiamento verso Alfredo. Allinizio è perfettamente comprensibile, però si arriva a un punto in cui non riesco proprio a credere che non veda i suoi lati positivi, che non riesca a capire come nonostante certi aspetti fastidiosi della sua personalità sia palesemente un grande Re, infinitamente migliore di Guthred; anzi io sono rimasto colpito dalla sua genialità.
Per alcuni forse un uomo sgradevole, indubbiamente un Re da seguire.
Alessandro - 18/02/2019 21:04