Bisenzio rappresenta uno dei centri più rilevanti dell'Etruria meridionale interna tra il X e il VI sec. a.C., a controllo di un ampio territorio esteso sulla sponda sud-occidentale del lago di Bolsena tra i distretti di Vulci, Tarquinia e Orvieto. Gli scavi privati del 1884-1885, condotti dal Cav. Giovanni Paolozzi di Chiusi nelle proprietà dei fratelli Enrico e Napoleone Brenciaglia di Capodimonte, segnano nella storia degli studi la scoperta scientifica di Bisenzio e l'inizio delle indagini sistematiche nei suoi sepolcreti. Questo episodio appare significativo soprattutto nel tratteggiare alcune delle principali prospettive scientifiche e delle problematiche amministrative della tutela archeologica nell'Italia postunitaria. Era infatti l'epoca dell'apertura del primo ufficio statale per la tutela delle antichità, in seno al Ministero della Pubblica Istruzione, e delle prime esplorazioni legate al progetto della Carta Archeologica d'Italia, che fino ad allora avevano interessato soprattutto il versante orientale del lago. Questo lavoro tenta di tracciare, attraverso ricerche di archivio, le vicende legate agli scavi e alla dispersione dei materiali archeologici, oggi in parte conservati in musei nazionali ed esteri, dei quali viene poi fornita nel catalogo l'edizione critica completa. Prefazione di Gilda Bartoloni.