Questo saggio, frutto anche di lunghi anni di collaborazione con lo studio Chiaia&Napolitano e di condivisione didattica con Vittorio Chiaia, ricostruisce lo scenario nel quale, nel secondo Novecento e fin dall'immediato dopoguerra, operano i due architetti "americani". Si ripercorre una lunga e fortunata vicenda professionale - per Chiaia anche accademica e civile - strettamente interrelata alla storia di una città, Bari, che, fin dagli anni '50, rinverdendo strategie anteguerra, ha fondato ricostruzione e fortuna economica sull'industria edilizia, motore trainante dell'intera economia cittadina. Un'industria, dove l'edilizia privata si fonda sulla "permuta" e quella pubblica, appannaggio di poche imprese, è stata a lungo garantita da cospicui finanziamenti di Stato. Un'industria, artefice della demolizione e ricostruzione del borgo murattiano, che a Bari ha costruito le sue fortune scivolando tra le pieghe degli strumenti urbanistici - dal Piacentini e Calza-Bini al Quaroni - e sul filo dell'interpretazione di un obsoleto regolamento edilizio, ma che ha anche dato spazio, limitato ma facilmente riconoscibile, all'architettura e alla costruzione del Moderno. Una lunga parabola, dalla ricostruzione al miracolo economico, dallo scandalo edilizio alla crisi di fine secolo, della quale i due architetti con le loro opere sono stati, a Bari e in Puglia, i più interessanti testimoni e artefici.