Trent'anni prima del grandioso 'I Miserabili' Victor Hugo scrive un altro capolavoro, meno noto ma non per questo meno importante: L'ultimo giorno di un condannato a morte. Un uomo, di cui non si conosce il nome né la colpa, affida a fogli trovati qua e là nella sua cella il racconto dei giorni e delle ore che, con il loro inesorabile trascorrere, lo conducono alla ghigliottina. Dalla proclamazione della sentenza capitale agli ultimi attimi che precedono lo spalancarsi delle porte del Palazzo municipale di Parigi verso la Place de Grève, le sue parole descrivono l'incubo che è stato - e che ancora è - la realtà di migliaia di uomini, condotti alla morte per mano della 'giustizia'. La sua disperazione è interrotta solo per brevi momenti da barlumi di infondata speranza in una grazia che non arriverà e da fantasticherie su un passato lontano; speranze e ricordi che non fanno che rendere ancora più vivido e intenso il suo dolore. Una struggente e poetica condanna alla più inumana delle condanne, letta per il Narratore audiolibri da Jacopo Venturiero.
La canzone presente nel capitolo XVI° è cantata da Noemi Smorra