"Zentil uomini miei e popol degno, pregovi legger questo scritto; state attenti, restare in breve vi farò contenti".
Giove benigno, m'ha fatto la grazia di ispirarmi brevi racconti veneziani dai quali si spazia in luoghi, episodi e tempi, che tutti abbiamo visto, vissuto, anche per sentito dire, ma ce ne stavamo scordando.
Leggere sarà come bere le acque del fiume Lete per ricordare il proprio passato, senza esagerare perché chi beve troppo ha l'oblio, (il fiume ha degli affluenti di prosecco).
Ma sarò modesto: il libro è un capolavoro, anche perché ispirato da Giove, che spero non vorrete far incazzare (ha il fulmine facile). Nel libro troverete di tutto e di più, dalle festine alle carbone, dalle arti marziali al ballo, dal Liston a San Bortolo, dal Teatro ai viaggi, dalla Passoni alla Bucintoro, dal moto ondoso ai turisti, dal Liceo all'Università, dalle ragazze della nostra Compagnia, del Liceo, la loro eleganza e simpatia, la bravura nel ballo e l'intelligenza, il loro primeggiare in qualsiasi attività, ed infatti in quel contesto abbiamo trovato le nostre mogli, i figli, che senza nostra colpa,
sono divenuti persone migliori di noi.
È andata, speriamo di non torsela troppo presto, abbiamo visto la fine della guerra e per settanta e più anni l'abbiamo scapolata, che fortuna (ma il termine sarebbe un altro, che mi sfugge).