Un uomo si ferma davanti alla porta automatica, posa i bagagli per terra nell'attesa che si apra. Poi varca l'ingresso e con lo sguardo cerca di orientarsi per individuare la reception. Individuato il personale di ricevimento, che cordialmente lo attende con un sorriso, attraversa con un passo deciso la hall ed è lì, pronto a prendere possesso della sua camera, del suo spazio di isolamento, del suo angolo di separazione dal mondo e dalla confusione. Consegna il documento. Si prendono la sua identità. Gliela restituiranno alla fine del soggiorno. Ma quell'uomo non ne ha bisogno, perché in quell'hotel lui sta cercando di riappropriarsi proprio di se stesso. Al di là di ogni pezzo di carta che lo attesti o meno. Prende quindi la sua chiave, si chiude la porta alle spalle ed è nella sua camera. Si ferma eppure è proprio in quel momento che il suo viaggio è iniziato. Benvenuto in Hotel, una pausa rigenerante nel viaggio burrascoso della vita, una possibilità ricettiva che fornisce alloggi a identità soffocate da un sistema contemporaneo esterno che non lascia fiato. Hotel è la metafora dell'esistenza umana. Hotel è un viaggio dentro se stessi, alla ricerca di un recesso in cui possa albergare lo spirito umano che ha bisogno di ritrovare la sua essenza.