Passo del Lupo è un paesino socialmente avanzato. Tutti i cittadini, all'insegna della vera democrazia, partecipano alle cariche direttive. Paradossalmente, la sicurezza economica e sociale, non riesce a rendere felici gli abitanti. Un giorno nella piccola stazione scende un individuo. Prima dell'arrivo di Vlad Tepes non c'erano morti ammazzati. Il maresciallo del posto pensa che siano vittime di un vampiro. Quando Vlad è stanato, fugge in volo: lui non sapeva nemmeno di esserne capace. Così, come gli abitanti del piccolo ma emancipato centro non sospettavano di essere, a dispetto del loro modernismo, ancora mentalmente medievali. E di credere nei vampiri.
Dopo il successo di In nome del rock italiano, che continua ad appassionarmi, grazie proprio al tipo di scrittura frizzante, questo autore è tornato in libreria con una sorta di storia di formazione che mette insieme horror e scienza. I temi che raccordano il fil rouge narrativo sono tanti. Limmigrazione, la passione, la sopraffazione. Temi importanti. Temi universali e valori incondizionati. Adatti a essere indagati attraverso il filtro narrativo. In questo caso, un filtro basato sul genere para epico. E ironico. Questa è la cifra stilistica che caratterizza lautore de Il figlio del drago, Mimmo Parisi.
Il figlio del drago
giorgiaconti097 - 23/03/2018 01:20
4/
5
Probabilmente, lo scrittore di Il figlio del drago Mimmo Parisi che conoscevo come cantautore, deve aver guardato a quest'Italietta alla Alberto Sordi. Una nazione colorata da un grande passato. Ma molto, molto passato. Per estrema sfortuna. In diverse parti del libro si notano le attenzioni e le delusioni che il narratore ha dedicato a un Paese che sente suo solo, esperienza comunque comune a tanti, geograficamente. Il luogo che l'autore sceglie per far agire le sue figure si trova in Italia. Ovviamente. Ma un'Italia che non esiste. E se esistesse non sarebbe una gran cosa. Infatti, i personaggi di Parisi si muovono in una società fatta di brave persone. Sono figure che, tutte e nessuna esclusa, riescono a comandare. Tutti, a turno, fanno il sindaco, il notabile, l'assessore, etc. Solo che sono xenofobi e credono alle chiacchiere di marca medioevale. Dopo l'epoca dei Lumi ormai lontana non bisognerebbe più dare adito a certe storie e a certi improbabili salvatori di patria che fanno sermoni.Un buon libro.
francescaguglielmini - 21/04/2018 22:59
giorgiaconti097 - 23/03/2018 01:20